lunedì 30 marzo 2009

Dall'Olanda: "Berlusconi riesce sempre a cavarsela"


E dopo l'articolo de El Paìs ne riporto un altro, ancora più interessante, dove viene analizzato il contesto socio/politico italiano degli ultimi 15 anni. Perché vedete se volete apprendere qualche notizia e buon giornalismo è bene orientare le proprie letture all'estero in quanto la carta stampata italiana è quasi totalmente serva del potere!

[de Volkskrant]

Sorprendente come i cittadini e i media accettino in massa le sue bugie

Da corrispondente in Italia mi sento spesso come Keanu Reeves nel film The Matrix, o Jim Carrey nel Truman Show. È una sensazione spaventosa: vivere e lavorare in una democrazia dell’Europa Occidentale che fu tra i fondatori dell’Unione Europea e fa parte di prominenti forum internazionali come il G8, e ciò nonostante sentirsi come i personaggi che lottano in angosciosi film su illusione e realtà.

Ma l’Italia di Silvio Berlusconi ne dà tutto il motivo. Quindici anni dopo l’ingresso di Berlusconi nella politica italiana, il paese si allontana sempre piú dai valori democratici essenziali.

Neo (Reeves) e Truman Burbank (Carrey) in The Matrix e The Truman Show si rendono conto che il loro intero ambiente vive secondo la sceneggiatura di un regista onnipotente. Però non vedono la loro sorpresa e preoccupazione al riguardo riflessa in alcun modo nella reazione delle persone che li circondano; tutti si comportano esattamente come se non succedesse niente di strano, o semplicemente non se ne rendono conto. Chi cerca di seguire e di capire la politica e la società in Italia inevitabilmente avrà la stessa esperienza.

Corrotto

Il raffronto si è imposto all’attenzione molto chiaramente il mese scorso. Nel pomeriggio di martedì 17 febbraio è apparsa sui siti dei principali giornali italiani una notizia dal titolo: ‘David Mills è stato corrotto’: condannato a 4 anni e sei mesi.

Riguardava una notizia esplosiva: il tribunale di Milano aveva riconosciuto l’avvocato britannico David Mills colpevole di corruzione per aver accettato 600 mila dollari da Silvio Berlusconi negli anni novanta, in cambio di rendere falsa testimonianza in due processi per corruzione istituiti contro l’imprenditore-politico. La sentenza contro Mills era altamente incriminante anche per il premier italiano dell’Italia, perchè se c’è un corrotto ci deve essere anche un corruttore.

Cose strane

Ma in Italia sono successe un paio di cose strane con questa notizia. Per iniziare diversi giornali hanno scritto la sentenza tra virgolette, come se si trattasse non di un fatto giuridico ma semplicemente di un’opinione personale da poter contestare con facilità. Ciò infatti è immediatamente successo.

Nel sito web del Corriere della Sera, un giornale di riguardo in Italia, vari lettori hanno messo in dubbio la sentenza del tribunale milanese. “Perchè questa sentenza arriva giusto 24 ore dopo le elezioni in Sardegna?” si chiede uno di loro. Il partito di Berlusconi, Popolo delle della Libertà (PdL), aveva vinto quelle elezioni regionali con una schiacciante maggioranza; l’isola italiana è tornata dopo lungo tempo in mano della destra, cosa che ha provocato una grande euforia negli ambienti del PdL.

I giudici hanno deliberatamente cercato di rovinare la festa con la loro sentenza, riteneva il lettore sopracitato.

Un altro ha fatto un ulteriore passo in avanti. Quella “ennesima sentenza fatta per rovinare la festa”, avverte i giudici, “servirà solo a rafforzare il nostro premier e la sua coalizione, quindi soprattutto continuate così e sparirete automaticamente, ciao ciao”.

Di per se queste reazioni si potevano archiviare come rigurgiti emotivi di accaniti sostenitori di Berlusconi. Ma stranamente i media italiani gli hanno dato del tutto ragione. Mentre la notizia veniva esaminata a fondo su emittenti straniere come la CNN e la BBC, l’interessante notizia é stata data di striscio dai telegiornali italiani.

Su RaiUno e RaiDue l’argomento è stato incastrato a stento in un minuto verso la fine dell’edizione serale. Su due delle tre reti commerciali di Berlusconi la sentenza è stata completamente ignorata.

Sentenza

E sul canale che ha sì riferito la sentenza, il cronista ha ancora definito l’accertato episodio di corruzione un “supposto pagamento” fatto dalla ditta Fininvest di Berlusconi, e ha chiuso il suo mini servizio con una lunga citazione di un parlamentare del partito di Berlusconi, il quale diceva che il presidente del tribunale di Milano “è chiaramente antagonista della persona di Silvio Berlusconi dal punto di vista politico”.

Come può succedere tutto ciò? Come si può negare e deformare così facilmente e massivamente la realtà? Da anni la stampa internazionale addita il gigantesco conflitto di interessi del premier.

Tutti conoscono Silvio Berlusconi come il grande uomo dietro più di settanta aziende, raggruppate in mega holdings come la Mondadori (la principale casa editrice di giornali, libri e riviste in Italia), Mediaset (la più grande holding televisiva del paese), Mediolanum (servizi finanziari) e la squadra di calcio AC Milan.

Groviglio di interessi

Berlusconi controlla buona parte dei media italiani e viene perciò chiamato da molti giornali stranieri ‘imprenditore-politico’ o ‘premier-magnate dei media’. Ciononostante questi termini dicono troppo poco sul modo in cui questo groviglio d’interessi influisce sulla società italiana.

In generale Berlusconi viene considerato l’uomo dalla parlantina facile e dal sorriso scolpito, il marpione rifatto con il brevetto sulle battute imbarazzanti (come quella su Barack Obama, che definì “giovane, bello e anche abbronzato”‘ un paio d’ore dopo l’elezione di quest’ultimo a presidente degli Stati Uniti). Come premier dell’Italia è perciò agli occhi di molti un buffone da non prendere troppo seriamente. Ma queste qualità da birbantello nascondono alla vista il suo illimitato potere e influenza che intaccano persino il DNA dell’Italia - e purtroppo non in senso positivo.

Le sue emittenti commerciali, il suo settimanale d’opinione “Panorama”, il quotidiano “Il Giornale” (del fratello Paolo) e una lunga lista di giornali di famiglia, si schierano quotidianamente con il loro padrone senza vergogna. Questo servilismo raggiunge forme così elevate che il giornalista televisivo nonchè capo-redattore dell’emittente Rete4 può emozionarsi in diretta leggendo la notizia della vittoria elettorale di Berlusconi.

Per la maggioranza degli italiani la televisione è la principale fonte di informazione, ed è quasi completamente sotto il controllo di fedelissimi di Berlusconi.

Modi sgarbati

Allo stesso tempo i membri dell’opposizione vengono buttati a terra in modo insolitamente sgarbato. Il più combattivo oppositore di Berlusconi, Antonio Di Pietro, da tempo viene chiamato ‘il boia’, o ‘il trebbiatore’ nel corso delle varie rubriche di attualità, che continuano a far vedere le sue foto meno lusinghiere, che immortalano il corpulento Di Pietro sul trattore, in pantaloncini corti.

Questo bizzarro approccio ‘giornalistico’ non scaturisce da una specie di naturale lealta’ dei dipendenti, ma da precisi ordini di servizio. Il giornalista italo-americano Alexander Stille cita nella sua biografia di Berlusconi “Il sacco di Roma” (tradotta in olandese come “Silvio Berlusconi/De inname van Rome), un ex vice-caporedattore de “Il Giornale”, che spaziava su come Berlusconi dava ordini alla redazione negli anni novanta: “Dobbiamo cantare in armonia sui temi importanti per noi (…) Voi, caporedattori, dovete capire che dobbiamo iniziare un’offensiva mirata con tutti i nostri mezzi contro chiunque ci spari addosso. Se quelli che ci attaccano ingiustamente vengono puniti usando tutti i diversi media del nostro gruppo, l’aggressione finisce”.

RAI

Nel ruolo di premier, Silvio Berlusconi esige più o meno la stessa apatia dagli impiegati statali, soprattutto all’interno dell’emittente statale RAI. Durante il conflitto in Irak, che aveva l’appoggio del precedente governo Berlusconi, i giornalisti della RAI non potevano definire gli oppositori della guerra “dimostranti per la pace” o “pacifisti”, ma dovevano chiamarli “insubordinati”.

‘Sei un dipendente dello stato!’ gridò Berlusconi contro il critico giornalista televisivo Michele Santoro un paio d’anni fa durante una trasmissione televisiva, riportandolo all’ordine. Santoro voleva togliere la parola a Berlusconi, che era in linea telefonicamente, perchè questi rifiutava di rispondere alle domande del giornalista, e voleva solo criticare il modo di lavorare di Santoro.

Criminoso

Durante una conferenza stampa in Bulgaria Berlusconi accusò Santoro e due altri giornalisti di aver fatto un ‘uso criminoso della televisione pubblica’. I tre avevano osato fare una trasmissione critica sul premier. In quello che da allora è diventato famoso come ‘l’editto bulgaro’, il premier esigeva che la direzione dell’emittente ‘non permettesse più che accadessero certe cose’. Qualche mese dopo i tre erano spariti dallo schermo.

L’Italia come paese democratico sta molto peggio di quanto molti credano. Ciò dimostrano le misure per la limitazione della libertà che questo governo sta prendendo o preparando (come la prigione per i giornalisti che pubblicano le intercettazioni telefoniche degli indiziati; pressione politica su medici e insegnanti per denunciare gli immigranti illegali alla polizia; limitazione dell’indipendenaza del potere giudiziario).

Ma lo stato preoccupante delle cose si rivela soprattutto nel modo apatico in cui stampa e pubblico ultimamente reagiscono a questo genere di piani. L’Italia si abbandona sempre di più alla realtà altamente colorata con cui viene abbindolata dall’apparato di potere di Berlusconi.

Duramente

Certo, giornali e riviste di opinione come La Repubblica, l’Unità e l’Espresso continuano ad andare duramente contro il premier quando è necessario. Ma sono predicatori nel deserto: i due principali giornali italiani hanno insieme una tiratura di solo 1,3 milioni, su una popolazione di quasi 60 milioni.

La televisione è per la stragrande maggioranza degli italiani la fonte di informazione principale, e ora è quasi tutta sotto monitoraggio di gente fidata di Berlusconi.

Inoltre, anche i giornali al di fuori dell’impero di Berlusconi sentono il suo braccio forte. Come il giornale torinese La Stampa, proprietà della Fiat. ‘Vista la situazione in cui versa la Fiat, La Stampa non si trova nella posizione di esprimere critiche nei confronti di Berlusconi, e ciò è altrettanto valido per numerosi altri giornali’, cosí il caporedattore Giulio Anselmi a Stille nel Sacco di Roma. ‘Oltre ai giornali che possiede, c’é tutto un cerchio concentrico di giornali che dipendono direttamente o indirettamente da lui’.

Il guastafeste

Il leader dell’opposizione Antonio Di Pietro racconta nel suo libro Il guastafeste [in italiano con traduzione nel testo, ndt], come sia stato apostrofato “assassino’ da due ragazzi, mentre passeggiava in Piazza Duomo a Milano.

Un tempo Di Pietro era l’eroe del paese per milioni di italiani, nella sua funzione di pubblico ministero dell’ampia operazione anti-corruzione Mani Pulite, che spazzò via un’intera generazione di politici e imprenditori imbroglioni all’inizio degli anni novanta. ‘Questo incidente’, dice Di Pietro a proposito dell’accaduto a Piazza Duomo a Milano, ‘dimostra che quei ragazzi a casa sono bombardati con falsa informazione dalla televisione’.

Dopo un decennio e mezzo, questo moderno indottrinamento sta dando così tanti frutti che Berlusconi osa negare persino le più incontestabili verità.

Proteste

Per esempio, l’anno scorso durante la massale protesta studentesca contro i tagli pianificati nell’istruzione. Gli studenti avevano occupato facoltà di diverse università, con grande irritazione di Berlusconi. ‘Oggi darò al Ministro degli Interni istruzioni dettagliate su come intervenire usando le unità mobili’, disse il premier nel corso di una conferenza stampa.

Quando l’opposizione gridò allo scandalo, Berlusconi il giorno dopo disse bellamente di non aver mai minacciato con le unità mobili. Ancora una volta era stato erroneamente citato dai giornalisti. Però tutti avevano potuto vedere e sentire che il premier l’aveva veramente detto; i suoi commenti erano stati trasmessi da radio e tv.

Nonostante quella prova schiacciante Berlusconi si ostinò sulla sua posizione. E con successo. Giacchè cosa dissero la sera i telegiornali? ‘Il premier dice di essere stato citato erroneamente’.

Democrazia

In una democrazia sana i giornalisti in servizio avrebbero come minimo fatto velocemente rivedere le immagini della conferenza stampa in questione, così da permettere ai telespettatori di concludere da se il premier fosse rimbecillito o no. Ma no. ‘Eventualmente, potrete rivedere la nostra trasmissione di ieri su internet’, ha sussurrato il redattore politico di RaiUno alla fine del servizio.

Considerando la situazione alla Matrix in cui versa l’Italia, il suo commento suonava quasi come un eroico atto di resistenza.

ERIC ARENDS È IL CORRISPONDENTE DEL VOLKSKRANT A ROMA

Fonte:
VOLKSKRANT.nl
Traduzione: Italiadallestero

Penso non ci sia altro da aggiungere. O meglio; ci sarebbe molto da aggiungere perché le malefatte del buon Zilvio vanno oltre questo articolo che ha il merito di riassumere l'andazzo del nostro disinformato Paese.

Saluti

sabato 28 marzo 2009

Editto bulgaro: Santoro ha vinto contro la Rai (di Berlusconi)



La Corte d'Appello di Roma, sezione lavoro, ha respinto il ricorso della Rai contro Michele Santoro, confermando la sentenza di primo grado sia per la parte che riguarda il risarcimento economico che per quella relativa al rispetto della collocazione e del ruolo legato al programma in onda al momento della sospensione. Il Tribunale del lavoro aveva imposto il ritorno in video di Santoro dopo leditto bulgaro, con il quale veniva tolto dal video per oltre due anni. La Rai aveva fatto il ricorso in appello, contestando che la sentenza avrebbe inciso sull'autonomia imprenditoriale dell'azienda.


Il ricorso oggi è stato respinto, con la decisione della Corte d'Appello di Roma sezione lavoro, presidente Ermanno Cambria, relatore Donatella Casablanca.

''Con la sentenza di oggi siamo ad oltre 10 giudici - commenta l'avvocato Domenico D'Amati, legale di Michele Santoro - che danno ragione a Santoro e torto alla Rai. La decisione di oggi e' una gran bella soddisfazione''.
DAmati ha fatto presente di aver chiesto il rispetto degli accordi contrattuali, disattesi dallazienda in seguito allintervento del Presidente dl Consiglio Berlusconi che aveva ordinato di bandire il giornalista dai teleschermi.

Fonte: youtube

Saluti, a lunedì



P.S.- Scusate l'assenza, ma il tempo è risicato. Spero di rimediare dalla prox settimana.

giovedì 26 marzo 2009

A colazione con Marco Travaglio


Marco Travaglio vive a Torino, però tutti i giovedì scende a Roma per partecipare ad Anno Zero un programma di dibattito politico in onda su RAI 3. Abbiamo preso appuntamento per la mattina seguente nell’hotel dove di solito alloggia, nel quartiere Prati. Il giornalista più critico d’Italia appare in reception con faccia assonnata ed un quarto d’ora di ritardo così come imposto dall’etichetta nazionale.

Dopo aver pagato il conto, afferra un paio di quotidiani, ordina la colazione e usciamo in terrazza. Con un solo caffè ed un paio di cornetti si sveglia del tutto e comincia con quello che sa meglio fare: mettere il dito nella piaga della sempre più confusa realtà politica italiana. Una realtà teatrale, irreale, ipermediatica, racconta, “il regno della superficialità e della menzogna”.

La colpa a suo giudizio è soprattutto “dei giornali, che imitano la televisione e tentano di competere sulle banalità, mettendo in gioco un sistema molto sofisticato, studiato perchè venga dimenticato tutto, come un tritatutto. Le polemiche durano appena 24 ore, dopo svaniscono. Se un politico fa una battuta, si riporta la battuta piuttosto che la notizia. Se non c’è la battuta, non si parla neanche del contenuto. Dicono che il problema dei giornali è la carta, ma il problema è quello che si scrive sulla carta. Laureato in Storia Contemporanea, Travaglio, 44 anni, è stato allievo di Indro Montanelli a ne “il Giornale” per sette anni. Oggi firma un editoriale sull’Unità , pubblica ogni lunedì un video (Passaparola), nel blog antipolitico di Beppe Grillo. Per raccontare le verità scomode al paese utilizza uno stile più che torinese, gelido, che gli somiglia. Non batte ciglio nè alza la voce.

Con l’Italia impantanata tra le barzellette del Cavaliere e la vaga retorica di una sinistra ossidata, il suo giornalismo di precisione è diventato una rarità, una forma di ribellione. Forse per questo ha realizzato 80 atti di uno spettacolo teatrale, “Promemoria”, nel quale snocciola la tragicomica storia recente del paese in un monologo di tre ore e un quarto.

Sulla sola base di un archivio e di un’ironia feroce, Travaglio fa pensare e divertire un pubblico che esce dal teatro in trance, proprio di chi ha visto la luce. “Non è merito mio”, dice. “In Italia il passato non esiste. Per questo quando racconto quello che è successo appena due anni fa sembra rivoluzionario e la gente ti guarda come se guardasse a un pazzo”. Denunciato “30 o 40 volte” per diffamazione nei tribunali civili da Berlusconi e dai suoi compagni, anche se non è stato tuttavia condannato penalmente, ha da poco vinto il Premio per la Libertà di Stampa dell’Associazione dei Giornalisti Tedeschi, per il suo “coraggio e senso critico”. Ha appena rieditato il suo libro “La disperazione dei fatti”, con il sottotitolo “Si prega di abolire le notizie per non molestare le opinioni”, in cui critica i mezzi di comunicazione.

L’aereo per Torino parte tra un’ora, l’incontro volge al termine, lo aspettano i suoi due figli. Prima di andarsene, Travaglio spiega come Berlusconi ha sostituito Andreotti nel ruolo di grande intoccabile. “Controlla quasi tutti i giornali, la televisione, la pubblicità o il cinema. Per questo l’Italia si capisce meglio dall’estero che da dentro. Ci ha imposto la sua arretratezza culturale, la sua scala di antivalori e la sua forma di vita”.

Nello stesso momento passa un giovane, si ferma ad ascoltare e dice: “Pienamente d’accordo. Continua così”.

Fonte: El Paìs

Saluti

martedì 24 marzo 2009

Il disastro Gelmini


La riforma Gelmini comincia a dare i suoi frutti. Forse anche i più ottusi e disinformati cominceranno a capire i motivi per i quali è stata fatta quella riforma e soprattutto perché è stata scritta in quella determinata maniera!

Sembra che per il prossimo anno 15-20 mila bambini si sposteranno dalla scuola pubblica a quella privata. I motivi di tale esodo sono presto detti e si possono riassumere in 2 punti:
  • 1) Aiuti finanziari pubblici (per le scuole private) che hanno reso meno onerose le rette.
  • 2) Genitori “disorientati” da riforma Gelmini.
Tolgono al pubblico e danno al privato, ma non un privato qualunque, bensì quello Cattolico. Sembra proprio che queste ultime siano in netto aumento come iscrizioni scolastiche e siamo solo all'inizio...
Un altro motivo sono gli aiuti delle regioni che sostengono a forza le scuole cattoliche private a discapito di quella pubblica. Il primo condottiero è Roberto Formigoni (PDL), ciellino da sempre, ma non solo lui!
Ed infatti in Lombardia alle elementari le richieste per gli istituti non statali crescono all’incirca del 15%, alle medie del 10%. Le iscrizioni per il prossimo anno sono ancora aperte, ma per il momento il prossimo settembre nella sola Lombardia oltre 8mila studenti passeranno alle paritarie. Una cifra destinata a raddoppiare se si considera tutto il centro-nord. I motivi di questo aumento? In parte gli aiuti finanziari che hanno reso meno onerosa la retta, in parte le incertezze legate ai cambiamenti introdotti dal ministro Gelmini che hanno creato molto disorientamento fra i genitori. In prima fila negli aiuti - scrive ancora il quotidiano torinese, nell’articolo firmato da Flavia Amabile - è Roberto Formigoni, governatore della regione Lombardia e ciellino da sempre. Già lo scorso anno aveva previsto 45 milioni di euro di finanziamento. Li aveva chiamati «dote per la libertà di scelta» e trovato un modo per estendere i contributi anche a famiglie non particolarmente disagiate. Infatti il 73,55% dei beneficiari ha un reddito lordo annuo che va da 30 mila fino a 198.000 euro. Aiuti pienamente riconfermati per il nuovo anno scolastico. Ma a dare una mano alle scuole private sono in tanti. Ad Omegna, in Piemonte, la giunta comunale ha previsto 18 mila euro per gli istituti non statali. Anche la Regione Piemonte non si è mostrata meno generosa: alla fine del 2008 ha dato il via libera a un buono scuola che prevede il 40% di contributo in più (con punte dell’80%) rispetto allo scorso anno per le famiglie che iscrivono i figli alla scuola paritaria. Il risultato non si fa attendere. Le iscrizioni aumentano. Gli ultimi dati ufficiali disponibili mostrano 700.118 iscritti alle scuole non statali con un aumento dello 0,8% e 952.571 iscritti alle scuole statali, pari ad un calo dell’1,5%.
Naturalmente ne faranno le spese le classi sociali più modeste, che si ritroveranno una scuola pubblica sempre più impoverita e lasciata a se a discapito di una privata sempre più sostenuta dal governo!

Se sei ignorante è più facile manovrarti e farti credere le favole. E' questo che vogliono, eliminare la cultura, privilegiare pochi e sostenere quella vergogna chiamata Chiesa!


Come ripeto sempre: se sei informato e culturalmente preparato sarà più difficile prenderti per il culo... Da domani i nostri figli lo saranno sempre di meno!


Saluti

lunedì 23 marzo 2009

La Legge Pisanu e le dichiarazioni di Alfano


Dire che siamo più arretrati e vigilati della Cina o della Birmania non è più una bestemmia. Da qualche mese è in vigore la Legge Pisanu che di fatto limita la possibilità si espansione di questo mezzo.
Naturalmente non ti diranno mai che lo fanno per reprimere e censurare la Rete, ma bensì useranno parole e linguaggi per farti credere che lavorano per te, per la tua sicurezza e libertà! Il caso Pisanu è un esempio, usano il terrorismo per mascherare le nefandezze!


Data pubblicazione: 2009-01-05

Il decreto Pisanu, contro il terrorismo è stato prorogato e sarà quindi in vigore fino al 31 dicembre 2009. A fissare la proroga è stato il decreto legge 207/2008, pubblicato il 31 dicembre scorso.


Il decreto impone varie cose. Intanto chi offre accesso a internet in un pubblico esercizio o in un circolo privato è tenuto a registrarsi presso la Questura. Deve inoltre tenere un registro dei dati dei propri clienti o soci che si connettono a internet. C'è l'obbligo a un'identificazione certa degli utenti della propria rete (tramite carta d'identità o numero di cellulare) e a custodire i dati sul traffico che hanno fatto su internet (il cosiddetto "log"), perché le forze dell'ordine, all'occorrenza, possano consultarlo.


Il tutto vale non solo per gli internet point ma anche per qualsiasi privato che, da un esercizio pubblico o da casa propria, voglia dare accesso a internet a terzi. Se ne parla su blog e vari siti, in modo polemico, perché le misure previste dalla Pisanu non hanno uguali in altri Paesi democratici. Ricordano da vicino quelle adottate in Cina per controllare le navigazioni internet.


È un fatto che l'Italia sia in fondo alla classifica per numero di accessi pubblici WiFi, come descritto dall'osservatorio JiWire.


L'Italia ha 4,806 accessi WiFi. In Francia ce ne sono cinque volte di più, e l'Italia supera di poco la Spagna. Qualche punto lo hanno fatto recuperare i progetti WiFi della pubblica amministrazione. Come quello della Provincia di Roma, partito a dicembre 2008.


L'Adoc è sempre stata contraria alle norme della Pisanu. "Ora - osserva il Presidente dell'Adoc - il nostro Paese continuerà a tenere tutti gli italiani in un ingiustificabile stato di semilibertà vigilata, almeno per quanto riguarda la diffusione del Wi Fi free, facendo tra l'altro un gran regalo alle società telefoniche che gestiscono i server a pagamento, con la scusa della lotta al terrorismo."


Del resto questo Decreto è uno dei principali motivi per cui da noi è così raro potersi collegare a internet da un bar, un ristorante, una piazza, una stazione, mentre negli altri Paesi europei e nord americani è cosa normale.

Fonte
: adoc.org

Nei parchi di New York, di Londra, di Parigi, di Madrid ci si collega a decine di reti Wi Fi da una panchina o sdraiati su un prato. Siamo l'unica nazione del mondo che è riuscita a invertire l'accesso a Internet. Nessuno è stato capace di tanto. Neppure la Cina o la Birmania.


Le dichiarazioni di Angelino Alfano del 21/03/2009:


"Appena i tecnici del governo Berlusconi troveranno il modo, arriverà una nuova legge per contrastare gli abusi sempre più frequenti su Internet. Come in You Tube ad esempio".

Così il poveretto, durante un incontro pubblico del Pdl, ha risposto a un bambino della classe 5 B della scuola elementare Brignole Sale di Albaro. Dimenticando che anche internet è già sottoposto alle leggi dello Stato.


Il bambino lo interrogava sulla possibilità di interventi specifici contro gli eccessi presenti nel web, in particolare sul più famoso sito di condivisione video, Youtube. "Il nome stesso di rete - ha detto il comico - rimanda a una maglia difficile da controllare, ma stiamo lavorando sul tema".


Youtube

Sinceramente è difficile pure seguirli tutti, perché ogni giorno c'è un attacco alla Rete. L'importante è informarsi, perché un uomo informato è più difficile da prendere per il culo!

Saluti



P.S.-
Vi lascio anche un articolo pubblicato da Guido Scorza nel suo BLOG. Un interessante approfondimento della questione Internet.

sabato 21 marzo 2009

Impunità



"Signor Presidente Berlusconi, tessera n.1816 della Loggia P2..."
L' immunità è legge dello Stato, Lei ora è intoccabile come un sovrano. Il Senato dà il via libera definitivo al lodo Alfano sulle immunità delle alte cariche, non si mette limite per nessun reato, neanche il più infamante.

Sì definitivo del Senato il 22 luglio 2008 al "lodo Alfano" il ddl che prevede limmunità per le alte cariche dello Stato.
Il ddl, già approvato dalla Camera, prevede però alcuni limiti a questa immunità.
Tra questi limiti, dopo l'approvazione di un emendamento presentato dal Pd, c'è quello che precisa che l'immunità non si estende in caso di cambio di carica, anche nel corso della stessa legislatura: se il presidente del Consiglio venisse nominato presidente della Repubblica, perciò, il lodo Alfano non gli si applicherebbe più, mentre gli si applicherebbe se succedesse a se stesso a Palazzo Chigi. Ciò deriva dal fatto che la non reiterabilità della sospensione, come si è visto, ha un'unica eccezione: la nuova nomina a presidente del Consiglio nel corso della legislatura.
Il testo, di un solo articolo, prevede che i processi penali nei confronti dei soggetti che rivestono la qualità di Presidente della Repubblica, di Presidente del Senato della Repubblica, di Presidente della Camera dei deputati e di Presidente del Consiglio dei ministri siano sospesi dalla data di assunzione e fino alla cessazione della carica o della funzione.

La sospensione si applica anche ai processi penali per fatti antecedenti l'assunzione della carica o della funzione.
In dettaglio il comma 1 del provvedimento prevede che nei confronti del Presidente della Repubblica e del Presidente
del Consiglio dei ministri, la sospensione riguarda i reati extrafunzionali, dato che i cosiddetti «reati funzionali» rientrano nella disciplina già prevista dalle norme costituzionali, secondo cui il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione; mentre il Presidente del Consiglio dei ministri, per i predetti reati, può essere sottoposto alla giurisdizione ordinaria, dopo la decisione di rinvio a giudizio adottata dal tribunale dei ministri e, in ogni caso, previa autorizzazione della Camera di appartenenza.

Il comma 1 prevede, inoltre, che la sospensione del processo opera anche in relazione a fatti commessi anteriormente all'assunzione della carica o della funzione.

Fonte: youtube

Saluti, a lunedì

venerdì 20 marzo 2009

Legge n. 2 del 2009 ( Art. 32 Comma 7a)



PREMESSA: guardate il video, spiega molto chiaramente la situazione!

Una volta ti dicevano che l'investimento sul mattone (immobili) era uno dei più sicuri. Piano piano anche questo mito sta cadendo e ultimamente è proprio naufragato per merito del governo Berlusconi che ha inserito un piccolo codicillo che potrebbe lasciare con le pezze al culo molta gente!

Se avete qualche pendenza con l'erario fate in modo di pagare velocemente altrimenti se l'ammontare dovesse superare i 5000€ potreste trovarvi casa all'asta...

Come sempre vanno a toccare i poteri deboli, cioè noi cittadini. Questa Legge non è stata commentata da nessun organo istituzionale e/o ufficiale. Per fortuna esiste la Rete che fa ciò che gli altri non fanno e cioè monitorare le schifezze di questo governo!

Saluti

giovedì 19 marzo 2009

Europee: Luigi De Magistris con l'IDV



Luigi De Magistris, il magistrato bersagliato da tutti gli organi politici e non, ha deciso di candidarsi alle prossime Europee con l'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro.
Posso solo dire: un motivo in più per votare l'IDV.

Solo una cosa mi spiace e cioè la strumentalizzazione mediatica che verrà fatta di questa vicenda. A dire il vero hanno già iniziato i due lacchè berluscones che hanno i nomi di Mastella e Gasparri...

Di Mastella ci sarebbe moltissimo da dire: ha cambiato 100 volte schieramento, va a matrimoni di dubbia appartenenza, ha fatto affari con Saladino, il suo partito è quasi tutto sotto indagine, la moglie piazzava allegramente amici e parenti negli ospedali... E a proposito della moglie che tutti i media mesi fa davano per "santarella" perseguitata... Ascoltate qui e fatevi un'idea sul clan Mastella!

Di Gasparri ci sarebbe altrettanto da dire, ma poi uno lo guarda in faccia e pensa: "ma si può dar credito a uno che ha sta faccia?"... Rispondetevi da soli.
Cmq ha asserito che De Magistris si sia candidato per avere l'immunità parlamentare (loro la conoscono bene). Parla proprio lui che ha come padrone uno che si è fatto il Lodo Alfano!

Saluti


P.S.-
Notare le differenze: l'IDV candida gente come Luigi De Magistris e Carlo Vulpio mentre il PDL, oltre a Clemente Mastella, gente come Nino Strano.

sabato 14 marzo 2009

Intercettazioni: silenzio tombale



Per chi non potesse vedere il video riporto l'intero intervento di Antonio Di Pietro fatto alla Camera dei Deputati contro il disegno di legge sulle intercettazioni.

Testo dell'intervento:

"Signor Presidente, le intercettazioni telefoniche, come noto, sono uno strumento per cercare la prova dei reati. In realtà, in questo provvedimento vi sono disposizioni che non hanno nulla a che vedere con le intercettazioni e che sono state introdotte, evidentemente, per fini diversi da quelli delle intercettazioni.
Ebbene, nell'insieme delle disposizioni che sono state presentate, noi dell'Italia dei Valori abbiamo evidenziato ben dodici questioni di legittimità costituzionale. Non so se in dieci minuti avrò il tempo di illustrarle tutte e dodici, ma ovviamente ci riportiamo al testo scritto anche perché, di fronte al silenzio - oserei dire al menefreghismo - di una parte di questo Parlamento, ci penserà la Corte costituzionale, appena sarà interessata dalle singole procure e dai singoli tribunali, a ripristinare un minimo di legalità costituzionale rispetto a questo disegno di legge pluri-incostituzionale che stiamo - che state - varando.
Allora dovete sapere che, proprio perché è così incostituzionale, questa legge finirà ancora di più per bloccare il lavoro della polizia e della magistratura per combattere la criminalità perché molti processi, soprattutto i più gravi e i più delicati, si bloccheranno nelle aule giudiziarie per aspettare che la Corte costituzionale si pronunci su una miriade di questioni di incostituzionalità che si ritrovano.
La prima delle quali non riguarda le intercettazioni, ma è gravissima ed è contenuta nell'articolo 1, comma 2, del disegno di legge n. 1415-A, nella parte in cui prevede che il magistrato, se risulta iscritto nel registro degli indagati, deve essere sostituito.
È una norma assurda che viola il principio generale del giudice naturale, viola il principio generale per cui nessun giudice può essere rimosso nella trattazione del processo (articolo 25 della Costituzione), viola l'articolo 107 della Costituzione nella parte in cui prevede che i magistrati, pubblici ministeri compresi, siano inamovibili, viola l'articolo 112 della Costituzione nella parte in cui prevede che il pubblico ministero ha l'obbligo di esercitare l'azione penale, non potendo esserne distratto da altri soggetti, viola l'articolo 27 della Costituzione che fa discendere conseguenze dalla iscrizione (come atto dovuto) nel registro degli indagati anche dei tempi per indagare, viola l'articolo 111 della Costituzione.
Ma detto ancor più semplicemente, l'articolo che prevede che basta denunciare un magistrato perché il magistrato non debba più svolgere l'indagine garantisce l'impunità a qualsiasi imputato il quale, ogni volta che vede che un magistrato indaga su di lui, basta che lo denunci anche se dice una stupidaggine atroce e, siccome deve essere iscritto nel registro notizie di reato il nome del magistrato, questo fascicolo deve passare ad altro magistrato di altro tribunale e così via fino a quando arriva la prescrizione, fino a quando arriva l'impunità o fino a quando arriva un magistrato che si riesce a comprare.
Questa è un'assurdità che non ha alcuno spazio in uno Stato di diritto: oltre che incostituzionale è immorale, come è immorale il fatto che non ne volete prendere conoscenza e cognizione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)! Allora che resti agli atti che la Corte costituzionale farà giustizia di tutto questo, ma intanto voi per un certo periodo di tempo avrete bloccato una serie di processi contro gravi fatti di criminalità.
Riteniamo poi incostituzionale anche l'articolo 1, comma 2, lettera b), e l'articolo 3, comma 1, nella parte in cui prevede il «buio tombale» rispetto alla possibilità di far sapere all'opinione pubblica e ai cittadini che cosa sta succedendo, di quali fatti è accusato qualcuno, specie se è un pubblico ufficiale, un politico, una persona che usa poteri pubblici, denaro pubblico, istituzioni pubbliche.
È irragionevole che, rispetto a tutto questo, non si debba far sapere più nulla. Ho saputo che adesso il Governo vuole modificare il testo prevedendo che, invece, i giornalisti possono pubblicare gli atti per riassunto. È un'assurdità e un'ipocrisia atroce: chi ha detto che la pubblicazione per riassunto è meno invasiva della pubblicazione per intero e chi ha detto che, pubblicando per riassunto, si capisce meglio ciò che è accaduto veramente? L'unico modo per sapere esattamente come stanno i fatti è lasciare al giornalista la responsabilità di scrivere esattamente una riga o dieci righe per raccontare il fatto, assumendosene la responsabilità, ma non obbligare al riassunto. Il riassunto di settecento pagine deve essere settanta pagine, sette righe o settecento? Dipende da che cosa vi è scritto; dipende da che cosa si deve dire. Può darsi che il riassunto debba essere ancora più lungo del testo integrale perché lo devo spiegare ancora meglio. Pertanto, è un nonsenso! Io non faccio il giornalista, ma una proposta del genere farebbe ridere o piangere qualsiasi giornalista.
Così come riteniamo non solo del tutto irragionevole ma tale da violare l'articolo 21 della Costituzione, vale a dire il diritto a informare, a informarsi e ad essere informato, la previsione di questa norma che vuole evitare di far conoscere ai cittadini ciò che accade. Ecco perché noi riteniamo che sulle questioni di legittimità costituzionale in esame debba almeno valere il detto secondo il quale «noi ve lo avevamo detto, ve lo avevamo detto»! Infatti la Corte Costituzionale, la Corte di giustizia delle Comunità europee faranno giustizia di questo altro scempio della legalità e della corretta informazione.
Ed ancora, che cosa dire di un'altra questione di legittimità costituzionale che riteniamo davvero assurda così per come voi volete formulare la disposizione? Per poter intercettare sono necessari i gravi indizi di colpevolezza, ma se l'intercettazione è uno strumento per cercare la prova dei reati, voi volete che la prova ci sia già! È irragionevole e, quindi, viola anche l'articolo 3 della Costituzione l'idea che intanto si può intercettare in quanto vi sia una prova di colpevolezza; infatti, a quel punto, non ve ne sarà più bisogno, anzi non si dovrebbe neanche più disporre l'intercettazione, dal momento che quest'ultima è proprio finalizzata a trovare una prova che in quel caso è già stata trovata. Lo so, lo so: avete detto che ci avete ripensato e che adesso vorreste indicare una modifica, prevedendo non più «gravi indizi di colpevolezza» ma «evidenti indizi di colpevolezza». Anche questa è ipocrisia e anche questo, se permettete, è indice di ignoranza perché - lasciatemelo dire - non capisco l'italiano, non so parlare l'italiano (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)... ma sono andato a leggere il dizionario Devoto-Oli e il De Mauro e vi leggo che cosa dicono il De Mauro e il Devoto-Oli su questi due termini: «grave» secondo questi dizionari significa preoccupante, serio, mentre «evidente» vuol dire che non ha bisogno di dimostrazione, certo, indubbio. Questo ci insegna chi conosce la lingua italiana.
Dunque, voi volete dire che non prevedete più i gravi indizi di colpevolezza, ma gli evidenti indizi di colpevolezza; cioè non vi basta neanche qualcosa per cui c'è una grave prova in corso, ma deve essere proprio evidente, proprio sicuro, deve essere una prova che non ha bisogno di dimostrazione, che è certa, indubbia! Soltanto in questo caso si possono disporre le intercettazioni e volete farci passare questa modifica come migliorativa per venire incontro alle osservazioni che vi abbiamo fatto in ordine ai gravi indizi di colpevolezza? Parlando di evidenti indizi di colpevolezza - ve le lo dice persino uno che non capisce l'italiano - state dicendo una «minchiata» italiana!
Stabilito questo e andando oltre, riteniamo che vi siano altre gravi questioni di costituzionalità ancora presenti in questa norma. Riteniamo che affermare che debba essere irrogata una sospensione per tre mesi nei confronti del giornalista che pubblichi qualcosa che si ritiene non avrebbe dovuto pubblicare, prima ancora di accertare se è vero o non è vero che ha sbagliato, viola il principio della non colpevolezza fino a prova contraria.
L'altra questione che vogliamo farvi presente è anche questa idea che le intercettazioni tra presenti possano avvenire solo quando si sta commettendo il reato. Ma che è ragionevolezza è questa?
Che senso ha dovere intercettare soltanto quando si sa che lì si sta commettendo il reato tra presenti e non anche quando si sta spartendo il bottino o quando si sta organizzando la rapina? Questa è un'altra questione irragionevole.
Insieme a tali questioni, vi sono altre sette questioni di costituzionalità che abbiamo messo per iscritto, che i tempi ristretti che ci avete dato ci impediscono di poter sviluppare, ma che svilupperemo durante la fase di merito, richiamando anche la questione costituzionale, sin d'ora ribadendo che, varando il provvedimento in esame, state facendo un abuso di funzione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
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Saluti, a lunedì

venerdì 13 marzo 2009

Milleproroghe


Sono mesi che questo governo ci sta riempiendo le orecchie con la storia della privacy. Ne hanno fatto un cavallo di battaglia per piazzare impunemente il disegno di legge sulle intercettazioni perché noi italiani, a detta loro, abbiamo il diritto ad avere la vita privata preservata da orecchie spione e gente curiosa!

Con il Milleproroghe si sono contraddetti da soli. Questo decreto è stato fatto per abrogare molte leggi promulgate prima del 1948 e ormai prive di attualità. Però ha dato il via libera anche alle persecuzioni telefoniche (e la privacy tanto decantata?) in quanto si darà alle aziende la possibilità di usare, per la propria attività promozionale, le banche dati tratte dai vecchi elenchi telefonici (precedenti all'agosto del 2005). Paradossalmente, in questo modo, anche coloro che, esasperati dalle assillanti e moleste campagne telefoniche, avevano chiesto la cancellazione dagli elenchi pubblici, saranno di nuovo bersaglio del marketing telefonico.

Ricordo che questo decreto va a contrastare il provvedimento preso a suo tempo dal Garante per la protezione dei dati personali, secondo il quale le operazioni di "teleselling" potevano avvenire solo sulla base di banche dati regolarizzate, in cui tutti gli utenti interessati avevano espressamente fornito il consenso al trattamento dei propri dati per scopi pubblicitari, con la possibilità, tra l'altro, di revocare tale volontà in qualsiasi momento.

Altra chicca favolosa all'interno della Milleproroghe è la sanatoria fatta per chi ha affisso manifesti politici o striscioni in violazione delle norme previste. Questo varrà per il passato, presente e futuro e ricordo che in Italia, specie sotto le campagne elettorali, sono stati contestati centinai di miglia di affissioni abusive da parte di politici tenendo presente che la violazione comportava una pena di 400€ a poster. Ora fate i calcoli su quanti milioni hanno risparmiato... Naturalmente la sanatoria è valida solo per i politici!

Le altre chicche della Milleproroghe le trovate in questo video!

Saluti

giovedì 12 marzo 2009

L'On. Gabriella Carlucci vuole "regolamentare" la Rete!


Lunedì 9 Marzo leggendo un articolo su Punto-Informatico.it che trattava dell'On. Carlucci decisi di riprenderlo interamente sia nel blog I Silenti e in un video poi pubblicato su Youtube.

Oggi la sorpresa: aprendo youtube noto che un mio video ha oltre 100 commenti. Mi chiedo cosa possa essere successo e poi mi viene l'illuminazione... "vuoi vedere che Beppe Grillo lo ha pubblicato per farci un articolo nel suo blog?". Sono andato a vedere ed era proprio così!

Sono molto interessanti le ragioni scellerate che l'On. Carlucci ha scritto per una famigerata lotta alla pedofilia. Peccato che abbia fatto un piccolissimo errore di valutazione. Intanto il disegno di legge è una palesissima censura alla Rete con la solita scusa dei diritti d'autore, ma poi l'On. Carlucci si è fregata da sola. Vi riporto uno spaccato trovato su mantellini.it:
E comunque la proposta Carlucci liberamente scaricabile sul suo blog in formato .doc ha qualcosa di strano. Come ha notato Guido Scorza il computer sul quale il documento è stato scritto è intestato ad un certo Davide Rossi di Univideo. Evidentemente un amico di Gabriella, omonimo del presidente della Unione Italiana Editoria audiovisivi.
Insomma niente di nuovo. Una difesa alle lobby da parte dei politici che in questo caso convergono nel nome di Gabriella Carlucci.

Saluti

mercoledì 11 marzo 2009

Disegno di legge sulle intercettazioni


Domani verra' avviata alla Camera la discussione sul disegno di legge sulle intercettazioni. Anche se ci sono lievi "ritocchi" - per altro inutili e di fatto peggiorativi - sui gravi indizi di reato, la riforma rimane una gravissima limitazione ed una catastrofe per il nostro sistema giudiziario, oltre che una "museruola" all'informazione pubblica gia' profondamente controllata nel nostro Paese.

Lo spiega ampliamente un articolo apparso questa mattina su La Stampa a firma di Carlo Federico Grosso (leggi la biografia su Wikipedia), che sottolinea come la questione della privacy e degli abusi nelle pubblicazioni di intercettazioni siano, in realta', "particolarmente enfatizzati" per pilotare, come unica soluzione possibile, l'indebolimento del sistema giudiziario e della libera informazione attraverso questo disegno di legge.

L'Italia dei Valori e' pronta a fare un'opposizione senza sconti su questo tema, così come ha fatto fin da quando questa riforma è stata presentata in Aula.

Vi ho riportato un articolo ripreso dal blog dell'IDV perché sono giornate importanti per la nostra libertà e sicurezza. Se dovesse passare vivremo in una società che tutelerà molto meno i nostri diritti e renderà gli impuniti ancora più impunibili. Questo vale sia per il finanzieri ruba milioni che per il violentatore stupra adolescente.

Saluti

martedì 10 marzo 2009

Se io fossi San Gennaro (Federico Salvatore)



Qualcuno di voi ricorda Federico Salvatore?
Io lo ricordo benissimo a metà degli anni '90 quando era ospite fisso del Maurizio Costanzo Show e da buon cabarettista qual è strimpellava canzoncine simpatiche e strappa sorrisi... Ne è passato di tempo e di acqua sotto ai ponti da allora...

Girellando su Youtube ho trovato casualmente un video e per ricordare i vecchi tempi mi son detto; "ma si ascoltiamolo" e si è aperto un mondo di vecchi ricordi, di aneddoti passati e di sorpresa per averlo ritrovato così diverso, impegnato, anche se era prevedibile un percorso artistico di questo genere dopo aver sentito la canzone che presentò al Festival di Sanremo 1996 che trattava un tema delicatissimo quale l'omosessualità.

Federico Salavtore è stata la chiave che mi ha portato a ricordare una città stupenda fatta da persone veramente belle. Ho tanti ricordi di Napoli e dei napoletani... Non per niente sono stato più di un anno insieme a una ragazza campana di Sorrento che mi ha immerso totalmente nella cultura partenopea.

Questo bellissimo pezzo, qui cantato ad Apocalypse Now di Gianfranco Funari nel 2007, è del 2001 e lui la portò al Festival di Napoli suscitando tantissime critiche dei benpensanti... Enrica Bonaccorti sentì addirittura il bisogno di dissociarsi in diretta, rendendosi implicitamente complice dei lazzaroni presenti nella canzone!

Ascoltatela perché è un pezzo eccezionale...


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Come ogni settimana il Passaparola di Marco Travaglio. Qui il testo.



Saluti

lunedì 9 marzo 2009

Decreto Alfano-Carfagna: stalking


Quando due menti di questo calibro si alleano non può che uscire un decreto legge di mirabile fattura.

Angelino Alfano, che con quella faccia intelligente potrebbe fare concorrenza a quella di Gasparri, insieme a Mara Carfagna, donna di politica molto fisica, hanno partorito il reato di
stalking, o meglio hanno inasprito le pene a tutela delle donne perseguitate.
Come dice Marco Travaglio usano termini inglesi per fregarci ancora meglio. Perché questa iniziativa per quanto possa sembrare lodevole non porterà reali benefici alle donne colpite da stalking, che altro non è che la molestia fatta in modo reiterato e continuato.

Alla coppia Alfano-Carfagna qualcuno ha spiegato che questi tipi di molestie sono fatte nella gran parte dei casi per via telefonica? La Carfagna a giugno disse che questo reato non sarebbe rientrato nel famigerato lodo intercettazioni ma a quanto pare il tempo è passato e le cose si dimenticano... quindi chiedo: senza poter intervenire tramite intercettazione telefonica come lo si inchioda un molestatore telefonico?
Qui potrebbe entrare in aiuto una vecchia dichiarazione rilasciata da Gasparri che spiegava come le Forze dell'Ordine avrebbero dovuto riniziare ad usare i vecchi metodi investigativi... In parole povere la mitica lente di ingrandimento. Secondo lui si può usare questa tecnica pure per i reati finanziari quindi figurarsi per baggianate come lo stalking... La domanda è: ma per elogiare tali tecniche investigative avete forse rimpinguato i finanziamenti alle nostre FDO? La risposta è no, anzi hanno fatto dei tagli miliardari (sottolineo MILIARDARI) verso le già povere finanze dei nostri tutori dell'ordine. Quindi questi poveri cristi che non hanno benzina per le auto, in molto città ci sono flotte di macchine ferme, soldi per le divise, per le più elementari tecnologie, per gli straordinari etc. etc. con quali risorse si dovrebbero dedicare alle richieste di donne molestate? Probabilmente raccoglieranno le denunce e le lasceranno ammuffire negli scaffali...

E poi chicca finale, quando faranno la riforma della giustizia renderanno la magistratura come una mera flotta di impiegatucoli senza arte né parte.

Però se avete sentito le tv e letto i giornali nessuno ha posto tali obiezioni ma anzi ne discutono come se fosse un provvedimento che non avrà nessun problema di sorta per quanto riguarda l'applicazione. Ricorda molto l'altra fantastica idea della Carfagna quando fece il ddl contro la prostituzione; tutti ne parlavano elogiandone i meriti senza chiedersi se fosse stata possibile applicarla o no. La risposta la conoscete da soli, non è cambiato assolutamente nulla sulle nostre strade. Anzi qualcosa è cambiato: hanno intasato questure e tribunali con montagne di burocrazia.

Saluti


P.S.-
Vi lascio un articolo molto interessante che riguarda la censura alla Rete da parte dell'On. Carlucci.

sabato 7 marzo 2009

8 Marzo



New York 1908

Le operaie della "Cotton" incrociarono le braccia contro le condizioni disumane in cui erano costrette a lavorare. E fu proprio l'8 marzo che il padrone dell'azienda, tale Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica e diede ordine di appiccicare il fuoco. Nel rogo morirono 129 donne. Successivamente, Rosa Luxembourg propose all'Internazionale socialista di istituire in quella data, una giornata mondiale di lotta per i diritti delle donne.

ITALIA 2009

Cosa è rimasto di quella giornata?

Saluti

giovedì 5 marzo 2009

Roberto Cassinelli (PDL)


Chi segue questo blog sa che non ho una particolare simpatia per il governo Berlusconi, come del resto per la sua (inesistente) opposizione del PD, in quanto mira esclusivamente a fare leggi per tornaconto personale e di casta, per intendersi soci e amici!
Però, a volte ci sono dei però, questo non significa che tutto quello che riempe quella coalizione sia sbagliato e infatti voglio parlarvi di un deputato del PDL meritevole di elogi.

Quando la materia trattata è internet non sono mai stato compiacente e morbido nelle valutazioni: che fossero di D'alia, Barbareschi, Carlucci, Levi, Levi Bis, Maroni e lo stesso Cassinelli, che all'inizio aveva proposto un qualcosa di criticabile, come da lui ammesso in risposta ad un commento da me fatto.

I plausi di merito a questo deputato però vanno fatti. Intanto perché ha ascoltato anche il parere della Rete, e di chi la vive, per trovare soluzioni e poi perché ha lavorato insieme a tecnici qualificati che conoscono bene i meccanismi di questo strumento, cosa indispensabile se si vogliono fare leggi che realmente non vadano ad intaccare la libertà altrui.
Anche la sua presa di posizione sull'emendamento D'Alia è confortante.

Un'altra nota di merito che va fatta riguarda la sua disponibilità a parlare e rispondere al cittadino. Il deputato ha un suo blog (che ho messo anche nella mia blog-friends) dove non fa "filtraggio" per i commenti lasciati e dove lui personalmente, tempo permettendo, risponde a tutti. Questa è merce rara e va tenuta stretta!

Per concludere penso che ancora ci sia da migliorare, anche per gli emendamenti di Cassinelli, ma questo è l'approccio che ogni politico dovrebbe avere con il proprio elettorato.

Wikipedia Roberto Cassinelli

Saluti

RETTIFICA ORE 01.00: Ho rettificato il post in quanto dopo un cordiale scambio di e-mail con l'On. Cassinelli mi faceva notare una inesattezza tecnica nell'articolo.
Prendo ancora una volta l'occasione per ribadire la cordialità di questo deputato, che oltre ad aver risposto nel giro di poco tempo si è prodigato anche a lasciare consigli e mettersi a disposizione per qualunque necessità.