
La mia pietà non è minimamente toccata dalle motivazioni che spinge certa gente a compiere determinati atti.
L'animo non tollerante mi porta a disprezzare questa feccia, a sperare che una vera giustizia possa svolgere quel desiderio che si allarga a macchia d'olio nella mia persona. Poi la disillusione della realtà, guidata dalla sue legge razionale, riporta tutto a uno stato più equilibrato. Ma quel desiderio sopito non scompare, resta lì a guardia di una personalità contraddittoria.
Spesso mi sono chiesto se questo pensiero sia guidato dall'impeto degli eventi tragici sentiti o se invece fa parte della mia persona. Il tempo mi ha dato risposte.
Essenzialmente sono un razzista conscio di esserlo che sarebbe pronto ad assecondare idee e ideali estremi per la risoluzione, soggettiva, del problema. Perché a volte, ma solo a volte, l'obiettivo giustifica ogni mezzo e sacrificio.
"Eppure anche gli italiani compiono queste porcherie, anzi spesso sono fatte tra le mura domestiche." Come se fosse una giustificazione per gli atti di questi animali venuti dalla disperazione - (Mi chiedo: in cerca di cosa?) - Potrei rispondere che mi bastano le porcate nostrane, senza quelle altrui.
Mi rendo conto che la base di valutazione tra me e queste persone parte da livelli differenti. Per loro ogni individuo è uguale e necessita della stessa dignità. Per me no.
Appoggio la Lega per le posizioni che tiene contro l'Islam, contro i musulmani ed extracomunitari in genere. Vorrei solo che tali parole si trasformassero in fatti reali. Per esempio quella sulla castrazione chimica la appoggio, anche se opterei per una castrazione vera con emasculatore e la possibilità, per chi lo voglia, di partecipare visivamente all'evento.
Sono favorevole anche alla pena di morte. Mettendo da parte gli errori giudiziari che hanno portato a condannare innocenti voglio soffermarmi sul principio di tale punizione. Il concetto è semplice; se come soggetto non sei recuparabile per amore della comunità è bene prodigarsi a una soluzione finale. E non pensate ad Hitler; è tutt'altra storia.
Sono curioso di sapere cosa ne pensa Cainos, il mio migliore amico, di questo articolo. Spesso siamo affini nei pensieri, a volte complementari e qualche volta distanti. La diversità fa parte della vita ma non per questo va sempre accettata e/o compresa. Però ultimamente mi sono reso conto di aver ammorbidito certi ideali e di essermi accostato anche ad altre idee perché nella vita ho imparato una cosa; non bisogna mai dare nulla per definitivo.
Augurandovi un buon fine settimana vi saluto affettuosamente.
Saluti